Papilionea

Universo dei Lepidotteri: Il ciclo delle farfalle e la metamorfosi

Le farfalle appartengono a quel gruppo di insetti (olometaboli) caratterizzati da un complesso ciclo vitale che porta allo sviluppo di un adulto completamente differente dalle proprie forme giovanili: la metamorfosi. Il ciclo delle farfalle inizia con la deposizione dell’uovo e prosegue con uno stadio larvale (il bruco), uno stadio pupale (la crisalide) e un ultimo stadio (l’immagine, cioè la farfalla che noi ammiriamo). Il bruco si distingue dall’adulto sotto ogni aspetto morfologico. Esso rappresenta la fase di accrescimento e assunzione del cibo. La pupa rappresenta uno stadio passivo, durante il quale l’insetto non si nutre, subendo una serie di cambiamenti che daranno origine alle caratteristiche tipiche dell’adulto. Dopo il periodo di quiescenza, infatti, dalla crisalide esce l’insetto adulto, fase terminale del ciclo vitale.

Metamorfosi di Papilio machaon.

Si pensa che la metamorfosi si sia sviluppata nel percorso evolutivo delle farfalle perché esse potessero sfruttare in modo più razionale le risorse dell’ambiente e suddividere i compiti tra larva e adulto, limitando i problemi di competizione tra gli individui della stessa specie. La divisione in stadi così differenti appare vantaggiosa nelle zone temperate e dove si ha una netta stagionalità, cioè dove una risorsa alimentare (foglie, fiori, frutti) è presente solo in certi periodi dell’anno. Le risorse vengono così sfruttate diversamente dai bruchi, che mangiano soprattutto foglie, e dalle farfalle, che si nutrono di liquidi zuccherini dei fiori e dei frutti.

Bruco e crisalide di Apatura ilia, una splendida e non comune farfalla italiana.

Nel corso del ciclo biologico il bruco subisce un certo numero di mute, da cui risulta un esemplare sempre più grande, e una muta finale che produce la crisalide. Cosa decide se una muta avverrà da uovo a bruco, da bruco a crisalide e da crisalide ad adulto? Questi passaggi sono determinati da ormoni che interagiscono in modo complesso all’interno dell’individuo, regolandone i tempi e le modalità di sviluppo. La metamorfosi non è un’esclusiva degli insetti: è infatti presente in alcuni vertebrati come negli anfibi, dove è stata accuratamente studiata, e in una miriade di invertebrati tra cui vermi acquatici, stelle di mare, ricci di mare e molluschi.

Adulto di Apatura ilia.

Glossario

Nicchia ecologica: non è uno spazio fisico reale, ma tutto l’insieme di condizioni biologiche e chimico-fisiche necessarie alla vita di una determinata specie.

Habitat: è il luogo specifico in cui un organismo vive.

Ecosistema: l’insieme degli esseri viventi, dell’ambiente e delle condizioni chimico-fisiche che, in uno spazio delimitato, sono inseparabilmente legati tra loro, sviluppando reciproche interazioni. Un ecosistema può essere rappresentato da una pozzanghera, da un bosco o da uno spazio ancora più grande.

Area golenale: terreno compreso tra gli argini del fiume, che viene invaso dalle acque nei periodi di piena.

Dimorfismo sessuale: le differenze di forma e colore tra maschio e femmina della stessa specie.

Bacheca del collezionista

La polissena è una delle più belle farfalle italiane appartenenti alla famiglia dei Papilionidi. È caratterizzata da una vivace colorazione delle ali, con piccole tacche rosse e blu su una base gialla con intrecci di disegni e trame di colore nero. È esclusivamente primaverile e precoce: gli adulti vagano tra i fiori nel mese di marzo e a maggio hanno già terminato il periodo di volo. Le larve si possono osservare da aprile a giugno sulle aristolochie, mentre le crisalidi svernano. Questa specie si rinviene nelle aree soleggiate e nei boschi golenali, soprattutto ai margini, e in particolare nelle foreste lungo i fiumi. La sua presenza è legata all’esistenza di buone popolazioni della pianta nutrice. La polissena è una specie localizzata e rara, minacciata dalla riduzione degli habitat in cui vive. In Italia si rinviene in modo molto localizzato nei boschi golenali della Pianura Padana, nelle aree della zona collinare al sud delle Alpi e lungo tutte le regioni costiere, fino a 1000 metri, esclusa la Sardegna.

Il testo e le immagini del presente articolo, tratti da da Panzetti et al. (2003-2004: f. 4) e Peruzzo et al. (2007: f. 5), sono stati pubblicati su gentile concessione della Alberto Peruzzo Editore SRL.