(Burmeister, 1880)
Castnide delle palme
Apertura alare: maschi 80-90 mm, femmine 90-110 mm.
Descrizione: Ala anteriore: in entrambi i sessi il lato superiore è di color marrone-grano, con sfumature di chiaro e scuro poco contrastate. Vi si osserva osservano delle bande nervali di color carboncino, di estensione variabile a seconda dell’individuo. Nell’area centrale vi è una piccola macchia chiara, di forma allungata ed orlata sottilmente di nero; questa talvolta risulta assente in alcuni esemplari. Il lato inferiore è prevalentemente arancione, con area apicale con tono uniforme in continuità con il lato superiore. Ala posteriore: in entrambi i sessi il lato superiore ha un colore di fondo arancio acceso, con una macchia nera ben marcata e adorna di macchie bianche di estensione e forma disomogenea. Le femmine sono tendenzialmente più grandi dei maschi.
Variabilità: poco significativa da un punto di vista dello schema dei colori e dei disegni alari. La macchia centrale di forma allungata, sul lato superiore dell’ala anteriore, può essere ben marcata e uniforme, discontinua, o addirittura assente. Le macchie su fondo nero, nell’area postdiscale dell’ala posteriore, sono di norma bianche; tuttavia in alcuni individui possono essere parzialmente o totalmente arancioni.
Specie simili: nessuna, il suo genere è monotipico.
Generazioni: monovoltina; eccezionalmente bivoltina in caso di condizioni particolarmente favorevoli.
Periodo di volo: dalla fine di maggio agli inizi di ottobre, con picchi di attività nei mesi più caldi (luglio-agosto).
Svernamento: come larva.
Nomi italiani: Castnide delle palme (2020).
Etimologia:
Sinonimi:
Tassonomia:
Distribuzione: vedi mappa.
Habitat: zone antropizzate, prevalentemente costiere, con presenza della pianta nutrice.
Esemplari:
Da figurare.
Disegni e tavole:
Da figurare.
Adulto / Imago:
Crisalide / Pupa:
Da figurare.
Bruco / Larva:
Da figurare.
Uovo / Ovum:
Da figurare.
Bruco: diverse specie di palme autoctone e non (Isidoro et al. 2017; Mori et al. 2022; Moskvina 2023).
Basselinia glabrata (palma della Caledonia), Brahea armata (palma blu del Messico), B. edulis (palma edule), Butia capitata, (palma dell gelatina), Butia odorata (palma odorosa), B. yatay (palma yatay), Chamaerops humilis (palma nana), Coccothrinax alta (palma alta), C. macroglossa (palma cubana), Corypha utan (palma utan), Jubaea chilensis (palma cilena), Livistona australis (palma australe), L. chinensis (ventaglio cinese), L. decosa = decipiens (palma piangente), L. mariae, L. nitida, L. saribus, Phoenix canariensis (palma delle Canarie), P. dactylifera (palma da dattero), P. loureiroi, P. reclinata (palma del Senegal), P. roebelenii (robellina), P. rupicola (palma delle rupi), P. sylvestris (palma silvestre), P. theophrasti (palma cretese), P. tomentosa, Ptychosperma elegans (palma elegante), Rhapidophyllum hystrix (palma a foglie d’ago), Sabal etonia (palma dell’Etonia), S. minor (palma minuta), S. palmetto (palmetta), Syagrus spp., Trachycarpus fortunei (palma di Fortune), T. martianus (palma marittima), Trithrinax campestris (palma caranday) e Washingtonia filifera (palma californiana).
Adulto:
La specie è alloctona e la sua sopravvivenza è legata strettamente alla presenza delle palme di cui si nutrono le larve. In chiave antropica l’unico fattore di rischio è costituito da interventi di sanificazione con l’utilizzo di specifici nematodi, particolarmente efficaci per neutralizzare l’attività della specie durante il suo stadio larvale. L’unico fattore di rischio naturale si intuisce facilmente con la seguente constatazione: con la sparizione di tutte le palme sul territorio italiano, sparirebbe anche la Paysandisia. L’infestazione di singole palme o coltivazioni a palmeto deve essere monitorata in modo costante, e trattata con metodi opportuni qualora si desideri evitarne il deperimento e la morte.
Scheda aggiornata il 30.VI.2023