Le farfalle sono sicuramente gli insetti più belli e più amati. Da sempre e in ogni parte del mondo l’uomo ne ammira la bellezza delle forme e dei colori e la leggiadria del volo che simboleggiano il risveglio della natura nei mesi primaverili, ed ancor oggi, nonostante le spiegazioni scientifiche, ci si meraviglia del fantastico fenomeno della metamorfosi, che trasforma gli “antipatici” bruchi in creature meravigliose. Le culture di tutto il pianeta, con tradizioni orali e scritte di carattere letterario, filosofico e religioso, testimoniano la profondità di interesse e di attenzione che il mondo dei lepidotteri ha sempre e ovunque suscitato nell’immaginario collettivo umano.
Le farfalle appartengono all’ordine dei Lepidotteri (dal greco “ali a scaglia”), un ordine tra i più importanti nel regno animale con oltre 150.0001 specie conosciute; di queste solo un decimo sono “farfalle diurne”, mentre tutte le specie restanti sono falene o “farfalle notturne”. I Lepidotteri sono insetti che hanno un ciclo vitale molto complesso, caratterizzato da quatto fasi: uovo, bruco, crisalide e adulto. Quello che noi ammiriamo e osserviamo più spesso è proprio l’ultimo stadio, l’adulto, ma anche il piccolo, brutto e magari spinoso bruco corrisponde alla farfalla che poi volteggia nei prati.
Stampa raffigurante le fasi della metamorfosi del Charaxes jasius.
Tutte le farfalle hanno un “nome” e un “cognome” che le identificano. Nel caso della monarca, Danaus plexippus, il primo termine corrisponde al nome del genere, il secondo al nome della specie. Questo sistema di nomenclatura, che si chiama binomia, è stato introdotto dal naturalista svedese Carlo Linneo nel XVIII secolo. Nei testi scientifici si riporta anche il nome dello studioso che per primo ha descritto la specie: Danaus plexippus Linneo2.
La Graellsia isabellae3, una delle falene più belle d’Europa.
Ma come si distingue una farfalla da una falena? La risposta più semplice è che la prima vola di giorno ed è colorata, mentre la seconda vola di notte e ha tonalità scure e spente. Ma questo non è del tutto vero. Esistono infatti molte farfalle notturne che volano di giorno e atre ancora che sono coloratissime, talvolta più di quelle diurne. Allora come è possibile distinguerle? Il metodo più sicuro è quello di osservarne le antenne; se queste sono clavate, cioè terminano con un ispessimento all’estremità, si tratta di una farfalla; se si presentano in altri modi, cioè filiformi, pettiniformi o pennate, allora stiamo osservando una falena. Un altro modo per distinguere le une dalle altre consiste nel guardare come chiudono le ali quando si posano su un fiore, per terra o su una foglia; se le ali vengono chiuse sopra il dorso reciprocamente accostate, siamo di fronte ad una farfalla, se le ali sono ripiegate a tetto sul corpo, stiamo ammirando una falena. Esistono poi altre minime differenze come la forma della base delle ali posteriori o il sistema di ancoraggio tra l’ala superiore e quella inferiore.
La classificazione degli organismi è un sistema gerarchico, cioè formato da gruppi dentro altri gruppi, in cui ognuno occupa una posizione prefissata. In questo sistema ogni livello si chiama categoria e ogni gruppo si chiama unità tassonomica. Per esemplificare potremmo fare un parallelo con la geografia politica: i nomi nazione, regione e città rappresentano le categorie, mentre i nomi: Italia, Lombardia e Milano sono le unità tassonomiche in quelle categorie. Nello stesso modo genere e specie sono categorie, mentre Danaus e plexippus sono unità tassonomiche. Nella classificazione biologica le specie affini sono raggruppate in generi, i generi affini in famiglie, le famiglie affini in ordini, gli ordini affini in classi, le classi affini in tipi o phyla e, infine, i phyla affini in regni. Esistono poi altre categorie meno importanti, ma considerate utili dallo scienziato, tra cui ricordiamo la sottofamiglia, che raggruppa più tribù composte a loro volta da generi simili.
Glossario
Classe: categoria sistematica gerarchicamente inferiore al phylum; accanto a quella degli insetti, le più famose classi sono quelle dei ragni e degli scorpioni (chelicerati) e dei granchi e delle aragoste (crostacei).
Phylum: categoria sistematica tra le più elevate, cioè che raggruppa più specie che hanno lo stesso piano fondamentale di organizzazione.
Specie: insieme di organismi fra loro imparentati, geneticamente e morfologicamente simili gli uni agli altri, dotati di capacità di incrociarsi originando prole indefinitamente feconda.
Sottospecie: categoria sistematica della specie, che identifica popolazioni della stessa specie fra loro distinguibili per un complesso di caratteri ereditari. Viene indicata da un terzo nome latino, scritto in minuscolo come per il nome della specie. Per esempio Argynnis paphia valesina4 è il nome della forma scura della pafia, farfalla che vive sulle Alpi.
Bacheca del collezionista
L’Apatura iris è una delle più belle farfalle italiane, caratterizzata dai magnifici riflessi metallici blu-violetti presenti sulle ali dei maschi. È rara e difficile da osservare, perché vola attorno alle cime degli alberi; l’unico momento in cui è possibile ammirarla è quando si posa lungo i sentieri per abbeverarsi nelle pozze o nutrirsi dello sterco dei bovini. Il suo ambiente preferito è quello dei boschi umidi attraversati da fiumi o torrenti, in Italia si rinviene solamente nell’arco alpino dai 500 metri fino ai 1800 metri. Ha una sola generazione all’anno e il suo periodo di volo è tra la fine di giugno e i primi di agosto.
I suoi bruchi vivono sui salici e sui pioppi tremuli. la femmina ha le ali con lo stesso disegno del maschio, ma senza colorazione metallica. È una farfalla piuttosto grande con un’apertura alare di 5,5-7,5 cm.
NOTE
- Il numero di specie di Lepidotteri noti alla scienza si aggira intorno alle 180.000 unità.
- Nei testi scientifici, oltre all’autore, si riporta anche l’anno della pubblicazione in cui la specie è stata descritta.
- Sinonimo di Actias isabellae.
- Precedentemente indicato come “valesiana“.
Il testo e le immagini del presente articolo, tratti da da Panzetti et al. (2003-2004: f. 1-2) e Peruzzo et al. (2007: f. 1-2), sono stati pubblicati su gentile concessione della Alberto Peruzzo Editore SRL.