Le farfalle vedono il mondo come un complesso mosaico di immagini minuscole, ciascuna creata da ommatidi (unità ottiche). Sono in grado di individuare con precisione un oggetto in movimento (capacità di enorme importanza per un insetto), pur avendo una vista meno acuta di quella dell’uomo, come “a bassa risoluzione”. Inoltre possono cogliere un’ampia gamma di colori, distinguendo fonti luminose con lunghezze d’onda differenti.
Una Colias crocea si nutre su un fiore del suo stesso colore.
Le farfalle sono anche in grado di percepire la luce ultravioletta, invisibile all’occhio umano; questo fatto suggerisce che esse vedano le tonalità dei fiori in modo differente da noi. I colori sono importantissimi nella vita delle farfalle, perché le guidano nella ricerca della pianta alimentare e del partner.
Fotografia ottenuta al microscopio elettronico a scansione (SEM), in cui si apprezzano i dettagli dell’occhio e della spirotromba di una tipica farfalla (i palpi labiali sono mancanti).
Gli occhi delle farfalle sono di due tipi: composti e semplici. Gli occhi composti si trovano alla sommità del capo e devono il loro nome al fatto che ognuno è formato da centinaia, fino a migliaia, di unità ottiche chiamate ommatidi. Ogni ommatidio assomiglia a un occhio semplice, provvisto di una lente formata da uno strato di cellule sensibili alla luce e da una connessione nervosa, che è in grado di formare una propria immagine visiva; esso è anche rivestito da uno strato di pigmento che serve a separarlo da quelli vicini e ad impedire che la luce passi da un ommatidio all’altro. L’aspetto dei due occhi composti è di due grossi rigonfiamenti emisferici di colore variabile, per lo più lucidi. Spesso sono giallo-verde chiaro, a volte neri, ma possono anche essere maculati. Generalmente sono glabri, cioè senza peli, ma talvolta possono portare delle ciglia (tra gli ommatidi, non come nell’uomo). La superficie dell’occhio composto, analizzata con una lente, ha un disegno che ricorda quello di un alveare, dove ogni celletta è in realtà un ommatidio.
L’uomo e la farfalla vedono i colori in modo diverso: si noti la percezione che l’insetto ha dei riflessi ultravioletti.
Sulla sommità del capo, tra i grandi occhi composti, in alcune specie, si trovano altri organi sensibili alla luce: gli occhi semplici o ocelli. Questi hanno dimensioni molto ridotte e spesso sono nascosti da peli o squamette; generalmente sono due (raramente di più), e svolgono un ruolo secondario non essendo in grado di formare immagini, ma sono sensibili alle variazioni di intensità luminosa e si suppone che possano controllare, a vari livelli, la funzionalità degli occhi composti.
Schema della struttura di un’occhio composto di una farfalla.
Si pensa che le farfalle non possano sentire i suoni e i rumori, perché non possiedono le orecchie. In realtà possono avvertire alcuni suoni, soprattutto quelli dai toni bassi, attraverso dei recettori molto sensibili detti meccanorecettori. Peli con questa particolare funzione sono sensibili a suoni che non sono altro che vibrazioni che si propagano nell’aria. Molte falene hanno delle “orecchie” particolari, composte da organi timpanici la cui funzione è quella di percepire i suoni ad alte frequenze emessi dai pipistrelli, non captabili per mezzo dei peli meccanorecettori.
Il testo e le immagini del presente articolo, tratti da da Panzetti et al. (2003-2004: f. 7) e Peruzzo et al. (2007: f. 12), sono stati pubblicati su gentile concessione della Alberto Peruzzo Editore SRL.