Papilionea

Universo dei Lepidotteri: Ie uova

L’uovo rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo vitale per i Lepidotteri. Dal momento in cui viene deposto a quello in cui il piccolo bruco esce dal guscio passano generalmente dai 10 ai 30 giorni, ad eccezione di quelle specie che trascorrono l’inverno allo stadio di uovo; in questo caso possono passare anche 300 giorni, in cui l’insetto rimane in uno stato di arresto dello sviluppo chiamato diapausa. La diapausa rappresenta un adattamento per sopravvivere a periodi difficili quali l’inverno nelle regioni temperate, o la stagione secca in quelle tropicali.

Papilio nobilis depone le uova su una foglia.

L’uovo è rivestito da un involucro resistente che contiene le sostanze nutritive fondamentali per lo sviluppo della larva. L’osservazione della strutture esterna, mediante un potente microscopio, permette di individuare uno o più forellini chiamati micropili, attraverso cui passano gli spermatozoi durante la fecondazione e che permettono la respirazione dell’embrione, che avviene grazie anche ad una serie di pori presenti su tutta la superficie dell’uovo. Un elemento che distingue le farfalle dalle falene è la posizione del micropilo sull’uovo che, nelle farfalle, si trova sul vertice, mentre nelle falene su un lato.

Uovo di farfalla.

Le uova delle farfalle sono generalmente sferiche o emisferiche, ma ne esistono anche di sottili ed allungate con forma cilindrica, conica o fusiforme, oppure “schiacciate”, basse, squamose, simili a piccole conchiglie di molluschi marini. Molte hanno un profilo irregolare o angoloso, oppure sono ricche di escrescenze o solchi di vario tipo. Il guscio può essere finemente ornato da motivi in rilievo o da incisioni che si ripetono regolarmente, ma può anche essere coperto da granuli fini o grossolani. Per esempio le uova rigate sono tipiche delle Ninfalidi e delle Pieridi. Nell’immagine seguente, ottenuta grazie al microscopio elettronico a scansione (abbreviato con l’acronimo SEM, dall’inglese Scanning Electron Microscope), sono visibili i dettagli di un uovo di farfalla.

Esempio di uova deposte a gruppo.

Glossario

Lista rossa: elenco di specie che sono a rischio di estinzione. Le specie vengono generalmente suddivise in 4 categorie da rare ad estinte. Il suo scopo è quello di evidenziare le specie a rischio di estinzione e di indicare lo stato di degradazione di un ambiente. Gli insetti sono minacciati soprattutto dalla distruzione degli ambienti naturali e dall’inquinamento dovuto ai pesticidi che vanno ad inquinare il suolo e le acque.

Plurivoltino: organismo che si riproduce più di una volta all’anno.

Polimorfismo: quando gli individui della stessa specie sono morfologicamente diversi, hanno cioè forma e colore delle ali (ne caso delle farfalle) differenti. Esistono diversi tipi di polimorfismo, sessuale, ambientale, stagionale, geografico, ma forse quello più noto è il polimorfismo di casta; nelle formiche, per esempio, la regina, le operaie e i soldati hanno diverse morfologie a seconda della casta.

Univoltino: organismo che si riproduce una sola volta per anno.

Bacheca del collezionista

La Polygonia c-album, o vanessa c-bianco, è una farfalla piccola (4-5 cm) con le ali completamente frastagliate, che deve il suo nome ad una caratteristica macchia bianca, a forma di lettera C, sulla pagina inferiore delle ali posteriori. È una farfalla italiana bella e relativamente comune, che si rinviene nei prati con fiori, al margine dei boschi, nei giardini della pianura fino a 1800 m in montagna. Ha un ciclo vitale (plurivoltino) particolare, con due generazioni, una primaverile e una estiva. Gli adulti che svernano depongono le uova in primavera, ma da queste si sviluppano due tipi di vanesse. Le farfalle del primo gruppo nascono nella tarda estate da bruchi a lento accrescimento; le farfalle del secondo gruppo nascono in maggio-giugno grazie a bruchi con crescita veloce. Queste ultime sono conosciute con il nome di Polygonia c-album f. hutchinsoni ed hanno una colorazione diversa, più chiara e più vivace della forma tipica. Questo è un esempio classico di polimorfismo stagionale con sovrapposizione parziale delle generazioni. I bruchi si possono cibare di diverse piante, ma preferiscono le ortiche, il luppolo e l’uva spina.

Il testo e le immagini del presente articolo, tratti da da Panzetti et al. (2003-2004: f. 8) e Peruzzo et al. (2007: f. 6), sono stati pubblicati su gentile concessione della Alberto Peruzzo Editore SRL.